Al termine della sessione di calciomercato estivo, dopo aver messo a segno uno dei colpi più importanti e di rilievo degli ultimi anni (leggasi Marko Arnautovic) i dirigenti del Bologna FC dissero che questa che è appena iniziata sarebbe stata la stagione del “salto di qualità” della squadra e della società senza però dimenticare da dove si arriva e quello che è l’obiettivo principale che corrisponde sempre alla permanenza in Serie A. Ora, dire che si punta al salto di qualità ponendosi come obiettivo primario la salvezza già sottolinea una falla nel ragionamento perché, è un dato di fatto che le due affermazioni non collimano al medesimo scopo…
Ad oggi, anche se chi scrive ci tiene a specificare che sia eccessivamente presto per dare giudizi e giungere a conclusioni, il salto di qualità non si è ancora visto; tuttavia qualcosa di “nuovo” il Bologna l’ha mostrato.
Nell’ultima uscita infrasettimanale contro il Genoa di Ballardini i ragazzi di Sinisa Mihajlovic hanno totalmente dominato la partita, le redini del gioco sono rimaste quasi sempre “tra i piedi” dei felsinei, il possesso palla è rimasto a loro favore, hanno creato diverse occasioni, ma un po’ la sfortuna, un po’ l’arbitraggio non sempre impeccabile e puntuale, soprattutto quando si trattava di mettere mano al taschino ed esibire il cartellino giallo ai liguri ed infine l’episodio che ha condizionato il risultato allo scadere del tempo; un rigore a favore del Genoa per fallo di Bonifazi su Kallon che lascia molti dubbi hanno fatto si che, ancora una volta, Soriano e compagni abbandonassero per strada due punti importanti ed utili per raggiungere la fatidica quota 40 in breve tempo per puntare a quel tanto agognato “salto di qualità”.
Al di là dell’amaro in bocca lasciato dal risultato beffardo del match di martedì pomeriggio, la squadra emiliana ha mostrato un calcio diverso rispetto a quello a cui ha abituato i suoi tifosi fino alla stagione scorsa. L’innesto di una punta di peso, capace di far salire la squadra, che sa tenere la palla grazie anche ad una prestanza fisica imponente, utile in fase terminale dell’azione grazie alla grande capacità di occupare a pieno l’area di rigore avversaria, forte di testa e da fuori area, ricco di una certa malizia che solo gli attaccanti veri sono in grado di sfoggiare (fa ridere, ma quanto aiuta la giusta dose di malizia!), sono tutte doti in più che hanno permesso al Bologna e a Sinisa di voltare pagina e cambiare tatticamente e caratterialmente.
Il gioco del Bologna è dunque cambiato, fino all’anno scorso lì davanti non c’era un giocatore con le caratteristiche di cui sopra che oggi invece è presente e si vede. Palacio infatti, per quanto non si possa recriminare o imputare nulla al “trenza” perché più volte con le sue giocate o i suoi gol (non molti purtroppo) ha levato le castagne dal fuoco al mister e ai suoi compagni, non aveva le qualità di Arnautovic negli ultimi 25 metri. Sinisa ha dovuto reimpostare tatticamente la squadra, ha sacrificato qualcosa in costruzione di gioco limitando il palleggio e il fraseggio, che con Palacio in campo era la base per le imbucate finali di Soriano, Orsolini e Barrow. Palacio infatti era chiamato ad un gioco più di “costruzione” e raccordo tra la zona centrale del campo e gli esterni. L’argentino saliva in mezzo al campo a prendere palla, la teneva in modo tale da aprire uno spazio centrale nel quale le ali si inserivano per ricevere il passaggio filtrante; Soriano per parte sua era tenuto a portare palla sulla trequarti, cercare l’aperura sull’esterno dove poteva contare su Orsolini o Musa Barrow, l’esterno rientrava sul piede preferito, Palacio a quel punto si allargava sul lato lasciato libero dall’ala, così facendo liberava lo spazio centrale nel quale si inseriva il trequartista, Soriano appunto che concludeva a rete. Spesso poi accadeva anche che le ali rientrando o sul destro o sul sinistro concludessero a rete in mancanza del taglio dei giocatori più arretrati.
Oggi qualcosa è cambiato, Arnautovic è un giocatore che ti permette di verticalizzare, di risparmiare qualche passaggio; le ali possono azzardare qualche cross in più, possono buttare una palla bassa e tesa in area sapendo che c’è un attaccante puro che si butta su ogni pallone. Soriano, giocando sempre sulla trequarti può pensare di imbucare in area per l’austriaco il quale, se si trova nell’impossibilità di chiudere a rete, può usufruire della malizia di cui ho detto per provare a conquistare un penalty…cosa assai remota sotto le due Torri.
Soriano, Barrow e Orsolini, che il mister serbo considera i titolari inamovibili nella zona del campo dietro ad Arnautovic (detto che le riserve Vignato e Sansone sono di tutto rispetto, soprattutto il primo che credo avrà un futuro da grande giocatore) devono ancora mettere a fuoco questo sistema di gioco, ma già nella partita del Dall’Ara contro il Grifone si sono visti passi avanti; i passaggi lunghi dalla retroguardia difensiva a cercare la sponda di Arnautovic sono vistosamente calati e questo è un bene perché, a meno che li davanti non ci sia un certo Zlatan Ibrahimovic raramente si combina qualcosa di utile nel calcio, soprattutto in Serie A dove le difese non si fanno sorprendere facilmente.
Detto dell’attacco è giusto accennare anche della difesa. Non è un segreto, la stagione 2020/2021 parla da sola, il Bologna FC prende gol e ne prende tanti. Anche i 6 subiti dall’Inter non vanno sottovalutati seppure il gap tra le due squadre fosse evidente perché il Bologna quella partita sul piano del giuoco e del possesso ha dominato la partita, ma come spesso accade, se costruisci e spendi energie in una fase nell’altra è inevitabile che subisci. Col Genoa questo non è successo, a parte qualche sbavatura che nell’arco di 90 minuti ci stanno sempre gli interpreti della retroguardia rossoblù emiliana si sono comportati bene. Ottimo l’innesto di Bonifazi che sembra essere già entrato nell’ottica di Miha e bene anche gli altri. Nota di encomio per il giovane scozzese Aaron Hickey che con la sua propensione offensiva spesso ha messo in difficoltà la difesa di mister Ballardini fino ad infilare all’angolino basso un diagonale niente male; il rammarico per questo giovane talento che sta sbaragliando lo stereotipo del giocatore “fisicato”, Hickey è alto “solo” 175 cm per 72 kg di peso, è che deve assolutamente migliorare in fase di copertura…d’altronde è un terzino e se non difende in maniera adeguata…beh…lo sapete.
Detto questo il Bologna visto fino adesso può e deve migliorarsi, deve fare tesoro di quanto di buono fin qui seminato e coltivare in maniera precisa e meticolosa per raccogliere a maggio i frutti di un lavoro che forse è stato impostato in maniera migliore rispetto agli anni scorsi. L’allenatore è lo stesso da anni, in parte ha ottenuto ciò che chiedeva da tempo adesso la palla passa a lui e ai suoi ragazzi. Le concorrenti dei felsinei non sono superiori o inferiori, il livello è quello eccetto forse per le neopromosse che rimangono un gradino sotto. Sassuolo e Fiorentina sono le realtà dalle quali prendere esempio…vedremo cosa sapranno fare alla corte del Nettuno.
È ora di cambiare, i tifosi sono stufi di vivere dei ricordi di Bulgarelli, Baggio, Signori e Di Vaio!