Il grande errore: “I genitori che spingono i figli a diventare calciatori professionisti!”
La telefonata è più o meno sempre la stessa: “Salve sono il papà di un classe 2007 (o 2008, o 2009) e vorrei sapere se sarebbe disponibile a seguire mio figlio come procuratore. Non voglio sembrare il classico padre montato, ma mio figlio ha veramente tutto del campione e io voglio che qualcuno si occupi della sua carriera. Sono disposto a qualsiasi sacrificio pur di far arrivare mio figlio tra i professionisti”.
Ma siamo sicuri che quel ragazzino voglia anche lui diventare un calciatore professionista? Siamo sicuri che sarà disposto a qualsiasi sacrificio?
Ma ci rendiamo conto della richiesta!?
I bambini di 10 anni vanno alle elementari, giocano ancora con le macchinine e vivono i primi conflitti con i loro amichetti. Non devono diventare dei robot nelle mani dei genitori che vogliono riscattare se stessi usando i propri figli che hanno appena iniziato a tirare un calcio al pallone.
E poi un’altra cosa: ma come fa un genitore a capire che il proprio figlio potrà diventare un calciatore professionista? Non riescono neppure gli addetti ai lavori a pronosticare con certezza la prospettiva di un giovane calciatore…
E allora facciamo un patto: lasciate i vostri figli divertirsi il più possibile senza nessuna costrizione e solo quando, forse un giorno, vi confesseranno di voler provare a fare del calcio la loro vita aiutateli a coronare il loro intimo desiderio. Ma che il sogno sia quello dei vostri figli e non il vostro!
Ah cari genitori per imparare a capire se vostro figlio abbia o meno delle qualità occorre aspettare almeno i 13-14 anni cercando di scoprire se sono in possesso di una qualità innata che prende il nome di TEMPI DI GIOCO. Senza i TEMPI DI GIOCO un calciatore, seppure bravo tecnicamente e forte fisicamente, non potrà arrivare da nessuna parte!
E’ un concetto, quello dei TEMPI DI GIOCO, che spieghiamo ai nostri corsi per osservatori. Ecco la data del prossimo nostro WORKSHOP: 7-8 OTTOBRE A REGGIO EMILIA. Clicca sotto (sulla foto):
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